L’autofattura è un documento fiscale emesso da una partita IVA in alcuni casi per se stessa (fase attiva di vendita) o per una figura estera (fase passiva di acquisto) o in altri casi per ottemperare agli obblighi IVA su acquisti esteri.

 

Si tratta di una tipologia di fattura molto particolare caratterizzata dal fatto che l’obbligo di applicazione dell’IVA e dell’emissione di fattura è a carico del destinatario.

 

Questo documento certifica la vendita di un bene o la prestazione di un servizio quindi rientra nei documenti elettronici da inviare allo SdI.

 

Quando si usa l’autofattura

Per l’emissione del documento devono verificarsi le seguenti condizioni commerciali:

  1. omaggio: quando offri un servizio/prodotto in maniera gratuita ad un tuo cliente o a te stesso;
  2. autoconsumo: nel caso in cui la partita IVA utilizzi un bene acquistato per scopi personali;
  3. denuncia: nel caso di un mancato ricevimento della fattura entro quattro mesi dalla data di effettuazione dell’operazione o nel caso di ricevimento di fattura irregolare;
  4. inversione contabile: o reverse charge.

 

1. AUTOFATTURA PER OMAGGIO

Oltre alla definizione data nell’elenco precedente il documento deve includere la denominazione di fattura e l’elenco di tutti i beni ceduti a titolo gratuito indicando anche l’importo e l’aliquota IVA.

 

Il totale viene abbonato nel caso sono fatture senza rivalsa dell’IVA o ridotte al solo ammontare dell’IVA nel caso che ci sia la rivalsa.

 

2. AUTOFATTORA PER AUTOCONSUMO

Oltre all’utilizzo da parte dell’imprenditore può essere emesso questo documento anche nel caso in cui l’azienda o l’impresa sia svuotata di tutti i beni facente parte dell’attività ma che sono utilizzati per altre finalità senza essere venduti.

 

3. AUTOFATTURA COME DENUNCIA

Oltre al termine dei 4 mesi dobbiamo aggiungere che questo documento permette di tenere in regola i conti secondo le disposizioni di legge e andrà consegnato all’ufficio IVA entro 30 giorni dalla sua emissione.

 

4. INVERSIONE CONTABILE

Questo è un caso particolare in quanto se la fattura è sotto il regime del reverse charge è indispensabile emettere l’autofattura per certificare la transazione dato che la contribuzione dell’IVA è a carico del soggetto passivo.

 

Questo documento si utilizza molto per la transazioni europee e internazionali perchè a secondo dei casi bisogna emettere una fattura in regime di reverse charge o autofattura.

 

Da qui si evince che sono due documenti complementari perchè se il fornitore estero emette una fattura in regime di reverse charge successivamente dobbiamo emettere un’autofattura che registri l’operazione da integrare all’operazione.

 

I codici per Tipo documenti per l’autofattura

Le autofatture si identificano con i codici tipo documenti da inserire in appositi sezionali e sono:

  1. TD16 – integrazione fattura reverse charge interno;
  2. TD17 – integrazione/autofattura per acquisto servizi dall’estero;
  3. TD18 – integrazione/autofattura per acquisto beni intracomunitari;
  4. TD19 – integrazione/autofattura per acquisto di beni ex art.17 c.2 DPR 633/72;
  5. TD20 – autofattura per regolarizzazione e integrazione delle fatture (ex art.6 c.8 d.lgs. 471/97 o art.46 c.5 D.L. 331/93);
  6. TD21 – autofattura per splafonamento;
  7. TD22 – estrazione beni da deposito IVA;
  8. TD23 – estrazione beni da deposito IVA con versamento dell’IVA;
  9. TD26 – cessione di beni ammortizzabili e per passaggi interni (ex art.36 DPR 633/72);
  10. TD27 – fattura per autoconsumo o per cessioni gratuite senza rivalsa.

 

1. TD16. integrazione fattura reverse charge interno

Questa tipologia di documento è molto utilizzata per l’inversione contabile ed è utile per i registri IVA e per le dichiarazione IVA precompilate.

 

L’articolo 17, comma 6 del Dpr n° 633/1972 prevede che il documento emesso senza l’addebito dell’IVA, con l’osservanza delle disposizioni presenti nell’articolo 21 e successivi, con l’annotazione di un’inversione contabile, con l’eventuale indicazione della norma di riferimento sia inserito nel registro (art. 23 e 24) entro il mese di ricevimento ovvero anche successivamente, ma comunque entro quindici giorni dal ricevimento e con riferimento al relativo mese; lo stesso documento, ai fini della detrazione, è annotato anche nel registro (articolo 25).

 

Andando in dettaglio Il TD16 ha le seguenti caratteristiche:

  • è facoltativo e non obbligatorio e se utilizzata alimenterà le bozze dei registri IVA (vendite e acquisti);
  • non è una fattura ma un documento fiscale che consente di comunicare allo SdI le operazioni soggetto al Reverse Charge.

 

Il suo utilizzo, quindi l’invio allo SdI, rende facoltativo l’esterometro.

 

2. TD17. integrazione/autofattura per acquisto servizi dall’estero

Questo tipo di documento si utilizza nel caso in cui una partita IVA riceva una fattura da un fornitore extra UE.

 

L’articolo 7-ter del Dpr n° 633/1972 dice che le prestazioni di servizi si considerano valide in territorio italiano quando vengono effettuato per soggetti passivi stabili in Italia.

 

Quindi la fattura emessa da un soggetto extra UE nei confronti di un partita IVA italiana non riporta l’imposta secondo l’articolo 17 comma 2 del Dpr n° 633/1972 ma deve essere assolta dalla partita IVA italiana

 

Ne caso in cui il soggetto sia residente in uno stato della UE allora si procederà ad una integrazione al documento ricevuto.

 

Il documento sarà emesso in un unico esemplare e andrà annotato sia nel registro degli acquisti che nel registro delle fatture emesse rendendo di regola neutrale l’operazione.

 

È facoltativa la gestione dell’autofattura come se fosse una fattura elettronica in caso di servizio ricevuto da soggetti extra-UE.

 

3. TD18 – integrazione/autofattura per acquisto beni intracomunitari

I documenti con il TD18 possono facoltativamente essere trasmessi allo SdI e il vantaggio dell’invio è che la partita IVA può evitare la comunicazione all’esterometro.

 

Nel caso di ricezione di una fattura in formato PDF via email per l’acquisto di merci da un fornitore intra UE è possibile inviarla allo SDI indicando nel campo cedente/prestatore il fornitore intra UE e nel campo cessionario/committente i propri dati a patto l’aver eseguito l’integrazione dell’aliquota e dell’imposta (ex articolo 46 Dl 331/1993) e aver registrato il documento nei registri IVA (sia vendite che acquisti).

 

4. TD19 – integrazione/autofattura per acquisto di beni ex art.17 c.2 DPR 633/72

Questo tipo di documento si utilizza per l’emissione delle autofatture per l’acquisto di beni da un soggetto extra UE ma con la merce già presente sul territorio italiano; quindi con deposito IVA (articolo 50-bis, comma 4, lettera c).

 

Il documento può essere emesso anche acquistando dei beni da soggetti non residenti ma con i beni presenti all’interno di un deposito IVA utilizzando la natura N3.6.

 

È possibile emettere un autofattura anche per i beni proveniente dalla Repubblica di San marino e dallo Stato della Città del Vaticano come disposto dall’articolo 17, comma 2 del DPR 633/1982.

 

ESEMPIO PRATICO

La situazione tipo è quando si acquisto su un e-commerce della merce che parte da un deposito italiano ma la fattura viene emessa da un soggetto extra UE.

 

Il soggetto extra UE emette la fattura senza IVA al suo rappresentante fiscale italiano il quale a sua volta emetterà autofattura per assolvere l’IVA in Italia. 

 

5. TD20 – autofattura per regolarizzazione e integrazione delle fatture (ex art.6 c.8 d.lgs. 471/97 o art.46 c.5 D.L. 331/93)

Questo codice viene utilizzato nel caso in cui non si ricevono le fatture elettroniche con la conseguenza di non poter portare in detrazione l’IVA.

 

Questa unica condizione di utilizzo del codice TD20 evita alla partita IVA di presentare l’autofattura in via analogica all’Agenzia delle Entrate.

 

6. TD21 – autofattura per splafonamento

L’utilizzo di questo codice nei documenti fiscale avviene quando un esportatore abituale ha effettuato un acquisto superando il limite del plafond dichiarato.

 

L’autofattura inviata allo SdI è una dichiarazione aggiuntiva all’annuale dichiarata nel plafond e permette di regolarizzare il versamento dell’IVA con il modello F24 indicando i codici tributo del periodo in cui è stato effettuato l’acquisto senza applicare l’IVA.

 

7. TD22 – estrazione beni da deposito IVA

Questo codice serve per gestire le operazioni da deposito IVA da fornitori extra UE; quindi viene utilizzata l’autofattura come fattura d’integrazione all’estrazione del bene dal deposito IVA.

 

Il deposito IVA è un luogo fisico dove viene stoccata la merce d’importazione da fornitori extra UE e l’IVA viene sospesa, quindi non sono depositi utilizzabili per la vendita al dettaglio (TD19) ma si tratta di depositi per merce che un domani potrebbe essere venduta in Italia.

 

La merce, dal deposito IVA, è regolamentata dall’articolo 50-bis, comma 6 Dl 331/1993 e può avvenire solo da soggetti passivi d’imposta che dovranno successivamente regolarizzare il versamento dell’IVA.

 

Il soggetto procede a integrare la fattura in reverse charge in caso di fornitore intracomunitario o a emettere autofattura in caso di acquisto extra-Ue

 

8. TD23 – estrazione beni da deposito IVA con versamento dell’IVA

Questo tipo di documento si comporta come il TD22 solo che l’IVA viene versata dal gestore del deposito per conto del contribuente entro il 16 del mese successivo.

 

Quindi si utilizza il TD23 per movimentazioni veloci dei depositi IVA.

 

9. TD26 – cessione di beni ammortizzabili e per passaggi interni (ex art.36 DPR 633/72)

Il codice è utilizzato per le fatture che non concorrono al volume d’affari (cessione di beni iscritti nel libro dei cespiti) del contribuente.

 

Viene utilizzato anche per passaggi interni soggetti al regime del margine per beni usati; il cedente e cessionario coincidono e i relativi campi nella fattura elettronica devono essere compilati uguali.

 

10. TD27 – fattura per autoconsumo o per cessioni gratuite senza rivalsa

Il codice TD27 può essere utilizzato per le cessioni di beni e prestazioni in modo gratuito e nel caso in cui i beni comprati dalla partita IVA siano destinati all’uso personale, familiare o ad altre attività estranee all’attività della partita IVA. 

 

L’autofattura viene registrata tra quelle emesse e i campi cedente e prestatore riportano i dati della partita IVA che effettua l’acquisto.

 

Si dovrà utilizzare la numerazione progressiva delle fatture emesse del soggetto medesimo e nel caso di cessioni gratuite con rivalsa dell’IVA, il tipo documento da utilizzare è il TD01 o il TD24 nel caso di fattura differita e non il TD27.

 

Come emetterla

Compilare un’autofattura è semplice come crearne una standard, sono quindi necessari:

  • Un template;
  • I dati del mittente/destinatario;
  • un software di fatturazione – che ti consente di facilitare la creazione di template, contatto in rubrica, etc.

 

Una volta impostati questi dati/strumenti, è necessario inserire il numero del documento (che per normativa deve essere progressivo alla precedente fattura), le prestazioni o i prodotti, con relativa quantità e aliquota iva.

 

Ultimo dato importante da tenere a mente è la dicitura “Autofattura” che deve essere inserita all’interno del documento. Nel caso che utilizzassi un software di fatturazione ti basta modificare il modello fattura utilizzato per l’emissione di fattura verso terzi e creare una copia del template con la dicitura Autofattura.

 

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