La conservazione sostitutiva a norma (delibera n° 11/2004 dell’ex CNIPA) è un metodo per l’archiviazione legale e informatica con valore probatorio dei documenti informatici.

 

Questo metodo di conservazione equipara la documentazione cartacea con quella elettronica se vengono rispettati certi requisiti per la conservazione.

 

Sia le patite IVA che le Pubbliche Amministrazioni riescono a risparmiare tantissimo sulla gestione generale dei documenti fiscali (minimo 10 anni).

 

Il documento informatico deve avere una firma digitale e una marca temporale; questi due elementi bloccano di fatto ogni tipo di modifica successiva al momento di invio del documento in formato XML al Sistema di Interscambio.

 

Storia normativa della conservazione

La pima legge fu la Bassanini (59/ 1997) che con il supporto delle norme dell’ex CNIPA, garantì ai documenti informatici piena validità probatoria e, dunque, poter pienamente sostituire i tradizionali metodi di conservazione delle registrazioni fiscali.

 

Il primo decreto che ha introdotto il valore probatorio sui documenti fiscali è stato il Decreto del MEF (23-01-2004) deliberato dal ex CNIPA oggi conosciuta come AgID (n° 11 del 19-02-2004).

 

Una normativa importante è la SinCRO (UNI 11386:2010); precisa e integra alcune disposizioni contenute nella Delibera n. 11 del 19-02-2004 dell’ex CNIPA.

 

L’ex CNIPA individuò gli elementi informativi necessari alla creazione dell’indice di conservazione e ne descrisse sia la semantica sia l’articolazione per mezzo del linguaggio formale XML.

 

L’obiettivo è di consentire agli operatori del settore di utilizzare una struttura dati condivisa per un soddisfacente grado d’interoperabilità nei processi di migrazione.

 

Da non confondersi con l’Archiviazione elettronica; la semplice archiviazione di un file digitale su un supporto informatico.